Cercavo un libro giallo e capito su Il lungo addio di Chandler. Una trama ben congegnata, ti cattura, vuoi sapere come va a finire. Per il resto è un continuo sputar sentenze scontate su questo e su quello e prolisse descrizioni di luoghi, situazioni e caratteri con l’unico scopo di occupare spazio sbrodolando il racconto .
Leggo Congo di David Van Reybrouk. Tra le tante cose racconta di come in Congo il calcio è stato promosso e diffuso dai missionari e dalle autorità belghe come mezzo di controllo sociale.
Leggo di Pirandello I vecchi e i giovani, un romanzo storico sull’Italia di subito dopo l’unità. Dà le piste a Il gattopardo. Mi chiedo perché abbia avuto assai minor fama. Forse per la trama più complessa e per il lessico estremamente ricercato e ricco di vocaboli inconsueti, più ancora perché offuscato dalla fama delle opere di teatro.
Leggo La morte di un maestro del thé di Yasushi Inoue. Il monaco Honkakubo, ricorda il suo grande maestro scomparso Sen no Rikyu legato al leader militare Hideyoshi e da questi condannato a compiere il suicidio rituale. Honkakubo dedica la sua esistenza a cercare di capire i motivi di questa condanna e della mancata richiesta di grazia da parte del suo maestro. Trova la risposta in questa frase del maestro: “Il nulla non annulla nulla, la morte distrugge tutto”. E’ una frase enigmatica. Forse con essa Il saggio giapponese voleva spiegare di avere accettato di suicidarsi per dimostrare di avere un potere maggiore di quello del suo sovrano.
Vengo leggendo l’ Estetica di Hegel. Mi perdo un po’ nel suo voler spaccare il capello in quattro, però ogni tanto si incontrano delle perle, come questa: “Ad un vero uomo appartengono molti dei, tutto l’Olimpo è raccolto nel suo petto” (p. 266), cioè gli dei che abitano l’Olimpo sono rappresentazioni di passioni umane.
Gli Orsi non esistono di Jafar Plnahi: un bambino, un soggetto inerme, indifeso e muto ha il potere di squarciare il velo delle reciproche indifferenze e di porre freno alla logica del profitto. Living diretto da Cliver Hermanus e sceneggiato da Kenzo Ishiguro ripropone la trama di Vivere realizzato nel 1952 da Akira Kurosawa. Protagonista di Vivere è un anziano burocrate giapponese, di Living un anziano burocrate inglese. Ambedue i film rappresentano il percorso di liberazione dei loro protagonisti da una condizione stagnante di cecità e impotenza. In Vivere questo percorso conduce l’anziano burocrate giapponese a ritrovare la possibilità di giocare come fanno i bambini, in Living conduce l’anziano burocrate londinese a realizzare uno spazio nel quale i bambini possano giocare. Nella differenza di tempi luoghi e culture qualcosa unisce i tre film.
Visto La stranezza di Roberto Andò. Due aspiranti registi si incontrano con Pirandello e con il suo Sei personaggi in cerca d’autore. Che i due aspiranti registi siano due impresari di pompe funebri sembra voler dire che l’arte sarebbe il superamento della morte. Il titolo sottolinea il potere estraniante dal quotidiano dell’arte di Pirandello. Pirandello è il nostro Murakami
Avevo sempre snobbato le serie televisive. Però con l’avvento di Netflix mi è capitato di stare incollato a guardarne una: The ultimate Survivor. Forse mi sono rimbecillito. Però non è volgare. Al netto della melassa di buoni sentimenti e di belle parole, ricapitola in modo indiretto i principali eventi della storia americana degli ultimi anni: dalla crisi di Cuba all’assalto a Capitol Hill.
Ho visto Esterno notte di Bellocchio. Gli ho dedicato una lunga recensione. Non so ancora dove la pubblicherò.
Incontro un collega che impiega la lucida fine intelligenza ed ampia cultura per revocare tutto in dubbio illudendosi di rendersi in tal modo libero e incondizionato. Apparentemente è stato un incontro amichevole. Ma una volta salutatici non ero contento, qualcosa mi opprimeva. Non sono riuscito a liberarmene prima di avere capito che, senza che me ne rendessi conto, mi era venuto addosso qualcosa di pesante: come se il suo mettere in dubbio tutto comprendesse mettere in dubbio la mia esistenza: al di là del dato personale, la libertà che traeva dal mettere in dubbio tutto era infatti essenzialmente la libertà dal rapporto con gli altri.
Il mio collega porta in appoggio al suo revocare tutto in dubbio il detto di Wittgenstein secondo il quale le sole proposizioni vere sono quelle tautologiche. Wittgenstein è notoriamente stato omosessuale e forse quel detto gli era suggerito dalla convinzione che gli unici amori veri sono quelli omosessuali.
Ancora su quanto accaduto alla Tavistock. Un giovane e valente psichiatra mi fa notare che la Tavistock è stata chiusa per la cattiva applicazione di un protocollo, non perché adottava il protocollo; non perché favoriva il cambiamento di genere, ma perché lo faceva senza seguire determinate procedure. Sembra proprio che, al momento, la causa di quanti sollevano obiezioni alla pratica del cambiamento di genere sia una causa persa. Però anche quella di quanti obiettavano alla pratica della lobotomia è per un certo tratto di tempo sembrata una causa persa.
Giorgia Meloni e Letta si confrontano in TV in vista delle elezioni. Quando vengono a parlare dell’adozione di figli da parte di coppie omogenitoriali ambedue fanno appello al sentimento: lei si oppone perché “i bambini hanno diritto ad avere l’amore di un padre e di una madre”, lui è favorevole perché “ciò che conta è l’amore”.
Certe pratiche possono essere sconfitte solo dal loro successo.
Confondono la libertà con l’arbitrio, difendono la Nazione e distruggono lo Stato.
Una volta superato quel parapetto non ci si ferma più nella caduta, non è più possibile tornare indietro.
Io mi sono sempre sentito libero perché ho avuto la fortuna di vivere in un luogo e in un tempo nei quali non vi era bisogno di provare che lo ero veramente. Non mi è stato mai chiesto di giurare fedeltà a un regime. Il mio sentirmi libero non ha mai affrontato l’onere della prova.
Mentre Roma brucia Nerone suona la lira. Come me che scrivo di questo e di quello mentre il mondo brucia. Forse però Nerone non era matto come si è voluto far credere. Forse quando Roma o il mondo bruciano l’unica cosa da fare è suonare la lira per indicare la possibilità di una direzione della storia che non conduca alla distruzione.
Achille non raggiungerà mai la tartaruga, in quel “mai” è però compreso che la tartaruga non raggiungerà la sua metà fintanto che Achille non smetterà di correre.
A dicembre é stato pubblicato il mio commento a Il principe di Machiavelli. In un momento in cui le ideologie del Novecento si sfaldano e sarebbe necessario un re-inizio del pensiero politico, leggere Machiavelli senza essere condizionati, come ho cercato di fare, da quelle ideologie può favorire questo re-inizio.
Non sognare è come essere ciechi. Quando alcune notti non sogno sono come un cieco che guarda davanti a sé e non vede niente.