Leggo il libro di Anna Kohn Verso un altrove. Dai Carpazi al Fiume Giallo a un porto amico. Mi ha sorpreso e mi è piaciuto, tanto che ne ho fatto una recensione. Si trova sul mio sito alla voce “recensioni”.
Incuriosito dalla notizia della scoperta di nuovi documenti sulla madre di Leonardo compro Il sorriso di Caterina di Carlo Vecce che ne è una biografia romanzata. Inizio a leggere con sospetto, ma via via debbo riconoscere che è davvero un bel libro. Non solo perché è ben scritto e racconta con delicatezza e sensibilità la storia travagliata di una donna, ma perché intesse tale racconto con quello della storia del mondo e in particolare dell’Italia del Quattrocento e del Cinquecento con competenza e conoscenza di personaggi e situazioni. Ultimo ma non ultimo, mette a nudo la pochezza del saggio di Freud su Leonardo e di come vi viene rappresentata la madre.
Leggo Rivelazioni dell’incompiuto di André Green. Ripropone e presenta in una più appetibile e sofisticata veste la tesi di Freud su Leonardo secondo la quale il non finito delle sue opere sarebbe in realtà un incompiuto dovuto a un’impotenza risalente al rapporto con una madre assente. Tuttavia il non finito non è l’incompiuto e basta questo a smontare alla radice la tesi di Freud e la sua più appetibile e sofisticata riproposizione da parte di Green.
Leggo la biografia di Hannah Arendt di Elisabeth Young Drahel. Allepp. 168-169 riferisce la critica che la Arendt fa della vita contemplativa in funzione della costruzione di una nuova scienza politica, pensata cioè partendo dal basso non dall’alto. Proprio come nel libro del 2017 ho sostenuto essere necessario fare nell’interpretazione dei sogni: la fondazione di una nuova scienza politica passa per (presuppone) una scienza dei sogni?
Nel libro della Young Drahel leggo anche di come Hannah Arendt abbia avuto il coraggio di dire nel suo tempo quello che dire oggi é tabù: che non solo i Nazisti, anche tra gli Ebrei non mancava chi era scivolato nella banalità del male. Se lei vedeva la dimostrazione di questo fenomeno nell’atteggiamento dei Consigli ebraici durante il Nazismo, oggi lo si può vedere nella politica dell’attuale governo dello Stato ebraico nei confronti degli arabi palestinesi: ha in comune con i Nazisti di giustificarsi con la necessità di difendere il loro spazio vitale.
Ho recensito Esterno notte di Marco Bellocchio, la recensione si trova in italiano a questo link http://www.psychiatryonline.it/node/9696 , la traduzione francese pubblicata dai Cahiers du cinéma si trova a questo link https://www.cahiersducinema.com/actualites/une-politique-de-la-verite-a-propos-de-esterno-notte/ Aggiungo ora a quanto detto nella recensione che il film, quando propone che Moro sia colluso con i suoi assassini e responsabile della propria morte, raggiunge le altezze della tragedia greca e ne condivide il messaggio e il senso: che è quello di sostituire alla credenza che il fato e gli dei guidino le vicende umane un’etica della responsabilità umana che non può essere disgiunta da una politica della verità come processo di svelamento di quanto è tenuto nascosto dalla credenza nel fato o negli dei.
Identità, trauma e ideologia di Wener Bohleber alle pp. 118-119 sostiene che la sempre maggiore attenzione prestata al transfert nella tecnica psicoanalitica ha messo in secondo piano la ricerca di ricordi di traumi reali subiti nel passato. C’è del vero, però la cosa può essere vista anche altrimenti: alla riesumazione del ricordo di un presunto trauma reale subito nel passato si sostituisce la ricerca sul trauma reale subito nel presente per l’incontro con l’analista.
Molti psicologi si tengono stretti alla teoria freudiana in quanto legata alla materialità del corpo, della biologia, dell’anatomia, delle pulsioni. E fanno bene se non altro perché ciò li pone al riparo dal dare ascolto elle stravaganze junghiane. Tuttavia non considerano abbastanza che alla teoria freudiana in quanto legata a quella materialità è legato un peso che può trascinarli al fondo.
Dewey ha scritto che un’idea è vera se diviene un fatto e che diviene un fatto quando è condivisa da tutti nessuno potendo perciò smentirla. Non disse però che, affinché un’idea giunga ad essere condivisa da tutti e diventi così un fatto, deve intervenire un’Istituzione. L’idea cristiana non sarebbe stata presa per vera senza l’opera della Chiesa. La “scoperta” di Freud non sarebbe stata presa per veramente avvenuta senza l’opera dell’ Istituzione psicoanalitica.
Posto che la verità sia l’idea divenuta fatto e l’idea diventa fatto quando diventa carattere.
Eraclito dice che la verità ama nascondersi, ma nessuna verità, una volta svelata, perde il gusto di nascondersi.
Dicono che nel corso dell’operazione speciale voluta da Putin in Ucraina l’esercito russo abbia perso 170.000 giovani soldati. Putin avrà anche avuto le sue ragioni per avere voluto quell’operazione. Ma come si fa a condurre a morte 170.000 propri figliuoli? Se c’è un motivo per il quale egli va condannato senza riserve, è questo.
Il caso dell’anarchico che protesta contro la sua reclusione in regime di carcere duro con uno sciopero della fame che lo ha portato a perdere 45 chili e che, se dovesse proseguire, avrebbe un esito fatale. E il caso dello statista che si rifiuta di sottrarlo a quel regime. D’accordo: l’anarchico avrà pure agito contro la legge e lo statista avrà pure le sue ragioni a tenere il punto. Ma la condanna a morte, perché questo implica tenere il punto, non è contemplata dalla nostra costituzione.
C’e stata a Parigi nell’aprile di questo 2023 un’importante fiera del libro con ospite d’onore il libro italiano. Per corrispondere a questo onore una fervida berlusconiana, ora Ministro del Turismo, ha avuto la brillante idea di esibire la Venere del Botticelli, la bellissima Simonetta Cattaneo, in minigonna non avendo potuto metterla in mutande come di certo le sarebbe parso promozionalmente più efficace. La notte dopo avere appreso questa notizia ho sognato che il globo terrestre faceva parte millenni fa di un corpo centrale e se ne era poi nei millenni allontanato nello spazio infinito fino a smarrire il ricordo non solo della sua origine, ma persino di averne avuta una.
Ancora sulla Venere in minigonna. Vedono il dito e non vedono la luna. Condividono la giusta indignazione per lo scempio che alcuni fanno di un monumento, ma fanno loro stessi scempio di tutta una cultura.
Chi reagisce con un vissuto persecutorio a un giudizio negativo dato su di lui da un altro si trova sempre a confrontarsi con due nemici: l’altro che ha pronunciato su di lui quel giudizio e se stesso in quanto lo condivide. E se non affronta questo secondo nemico rischia assai di essere sopraffatto dal primo.
Può essere che in ciascuno convivano tre modi inconciliabili di rapportarsi all’idea della propria morte: con la convinzione che essa non arriverà, con la consapevolezza che tale convinzione è falsa e con la determinazione inconsapevole a mantenerla per vera.
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